Fritti o al forno, con ripieno tradizionale oppure alla crema. Quasi ogni famiglia ha una propria ricetta, tramandata magari da una generazione a un’altra. Ma una cosa è certa: a Reggio Emilia per le festività, se si parla di dolci, non possono mancare i tortellini!
Se volessimo affrontare una disquisizione linguistica, è interessante notare come a Reggio, se si parla di tortellini, ci si riferisce immancabilmente a questo dolce tradizionale, mentre nelle province di Modena e Bologna, i tortellini sono quelli che a Reggio chiamiamo cappelletti. O meglio, qualcosa di simile, visto che il cappelletto reggiano è davvero unico.
Tornando però ai tortellini dolci, nel periodo che si avvicina al Natale, oltre a comparire proposti da forni e pasticcerie, in tante case si lavora alla preparazione del ripieno, per poi impastare e infornare queste delizie..
Perchè la preparazione del tortellino ha una ritualità ben precisa e definita. Se quello farcito con la crema, che negli anni è diventato molto apprezzato specialmente dai bambini, è un prodotto abbastanza semplice, quello con ripieno “scuro” è più complesso e variegato: il ripieno può essere fatto di marmellate, castagne, noci, pinoli, caffè in polvere, rum o sassolino.
Ma la lista degli ingredienti può escluderne alcuni o aggiungerne altri, rendendo il risultato finale anche molto diverso in base a chi e come lo prepara.
Tra le marmellate ad esempio, la tradizione richiederebbe di scegliere il “Savurètt”: una confettura ottenuta dalla bollitura per più di un giorno intero di pere del territorio, in particolare le pere Spalèr.
Un dolce tipico e immancabile nella tradizione natalizia reggiana, che deriva addirittura dalla cucina rinascimentale, caratterizzata dall’unione dell’agro e del dolce.